martedì 15 novembre 2011

Tutti i pollini (OGM) vengono al pettine.

Avevamo già dedicato un paio di post all'affaire "miele con polline da OGM" di Bablok. In particolare sottolineando come in realtà la sentenza della Corte di Giustizia Europea non avesse nemmeno capito con cosa (e di cosa) è fatto il miele e che questo avrebbe distrutto il mercato (e quel poco di ricerca rimasta) europeo.

La legge non guarda in faccia a nessuno
nemmeno alla realtà.
Ovviamente a fronte di nessun rischio reale. Appare opportuno ricordarlo (qui trovate l'ultimo parere dell'EFSA ancora fresco di stampa).

Ora però la vicenda sta prendendo un'altra piega (o piaga a seconda dei punti di vista) interessante che ci piaceva segnalarvi.

Pare infatti che tutti gli importatori europei di miele abbiano già richiesto certificati OGM-free ai loro fornitori d'oltreoceano, in particolare argentini (da cui è bene ricordare che importiamo quasi il 40% del nostro fabbisogno di miele), ma anche guatemaltichi(1) e messicani.

I quali si sarebbero rifiutati di fornirli sia per motivi di costi che per motivi di realtà (in Argentina si coltivano OGM, come si può garantire la tolleranza zero sul polline nel miele?).

Se però questo, come abbiamo già visto, ridurrà da un lato in modo più che significativo la disponibilità di miele nel vecchio continente, non sarà indolore nemmeno per il nuovo. Infatti negli US sono tutti in tensione per la prossima inondazione di miele sudamericano sottocosto, prima destinato al mercato UE.

Quando si dice che, grazie all'ignoranza di un giudice,

meno di 24 microgrammi di polline OGM per chilo di miele siano in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo.

Prepariamoci al prossimo contezioso WTO che la vecchia, ciecata e al collasso Europa perderà.


Note a margine

(1) Anche il Guatemala, che è "OGM-free", essendo un paese frontaliero non sembra sentirsela di garantire la purezza del suo miele.

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